La Giornata Internazionale della Birra

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La Giornata Internazionale della Birra

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Giornata internazionale della BIRRA - 7 agosto

A partire dal 2007, ogni primo venerdì di agosto si celebra una delle bevande più antiche del mondo: la birra!

Ma come si ottiene questa bevanda così popolare e dissetante? Dietro ad ogni buon bicchiere di birra c’è un antico processo naturale che parte dalla germinazione dell’orzo, ma che oggi è stato perfezionato dall’esperienza e dai moderni strumenti tecnologici. La birra viene confezionata in bottiglie di vetro scuro, marrone o verde per conservare nel tempo le sue caratteristiche e proteggerla dagli effetti negativi della luce, mentre il tappo metallico a corona ne garantisce la chiusura emetica. Anche la lattina è molto apprezzata, mentre il fusto, più capiente (25-30-40 litri), viene usato soprattutto dagli esercizi pubblici per il servizio alla spina.

l'Italia è l'unico Paese al mondo ad avere una legge che definisce la birra artigianale (Articolo 35 del DDL S 1328-B) come un prodotto che deve arrivare da birrifici di piccole dimensioni, con una produzione annua inferiore ai 200.000 hl e totalmente indipendenti da altri birrifici, un prodotto inoltre non alterato da processi industriali di pastorizzazione e microfiltrazione.

Forbes, la nota rivista statunitense di economia, riporta che la Giornata internazionale della birra è stata creata da Jesse Avshalomov nel 2007, a Santa Cruz in California e che la sua prima edizione si è tenuta un anno dopo. Proprio questo evento, sulla West Coast americana, ha poi velocemente preso piede in tutto il mondo, ha contagiato cinque continenti e si celebra ormai ogni anno nel primo venerdì di agosto con tre obiettivi:

  •       riunire gli appassionati di birra e condividere gli assaggi;
  •       celebrare chi produce e serve la bevanda;
  •       unire il mondo sotto il segno della birra, celebrando tutte le espressioni brassicole in una sola giornata (“brassicolo”, per chi non lo sapesse, è un aggettivo che deriva dal francese brassicole, vene utilizzato per indicare tutto ciò che ha a che fare con la birra).

A questa bevanda così popolare a dissetante è stato dedicato il libro dal titolo  Birrologia, edito da Giunti, nel quale le autrici Elisabeth Pierre, Anne-Laure Pham e Mélody Denturck demoliscono molti luoghi comuni: la birra fa ingrassare, le donne preferiscono le birre chiare, gli uomini le scure, la birra si beve solo d’estate e così via; il mondo della birra viene spiegato in modo semplice e giocoso, attraverso più di cento disegni e schemi per imparare a conoscere e ad apprezzare questa bevanda.

Pensare che la birra non si abbini al cibo è ormai un luogo comune. Al contrario, proprio come avviene con il vino, ogni birra può accompagnare una determinata pietanza. Ad esempio accanto ai frutti di mare sono perfette le leggere Pils e le Weizen, mentre con una lasagna è meglio scegliere una corposa Brown Ale.

Ogni birra ha un bicchiere che ne esalta al meglio le caratteristiche. Tra i bicchieri più usati l’Altglass, cilindrico e sottile, il Balloon con la forma a chiudere, il Boccale dal vetro molto spesso, il Calice a tulipano dalla bocca svasata, il Flute stretto e allungato, la Pinta a forma di cono rovesciato (molto usata nei pub italiani), lo Stivale, dalla forma bizzarra, difficile da usare per gli inesperti.

In occasione della Giornata Internazionale della Birra, AssoBirra (Associazione italiana dei Birrai e dei Maltatori, nata nel 1907), ha lanciato il Centro Informazione Birra (CIB) - https://www.birrainforma.it- una fotografia completa e sempre aggiornata dei cambiamenti nel mondo birrario. Dalle indagine del CIB è emerso, ad esempio, che il 37% degli italiani pensa che la birra abbia contribuito a mantenere ben saldi i rapporti con gli altri anche nei momenti più bui della pandemia, attraverso gli aperitivi digitali.

Quella della birra è una storia millenaria, risalente addirittura alle popolazioni che abitavano la Mesopotamia 4.500 anni prima di Cristo. Nella terra tra i due fiumi, il Tigri ed l’Eufrate, dalla fermentazione dell’orzo si ricavava già la birra. La bevanda diventò presto famosa anche tra gli Egizi e in Cina nel III millennio a.C. Gli Etruschi, ne provarono un “prototipo” chiamato “pevakh”, fatto inizialmente con segale e farro e successivamente con frumento e miele. Anche i Romani la apprezzarono molto in particolare il potente Giulio Cesare (101 – 44 a. C.) che la cita nei suoi Commentarii Dopo la caduta dell’Impero Romano, il consumo di birra continuò a crescere durante il Medioevo, soprattutto per merito degli invasori barbari che la conoscevano da tempo.

Si deve però ai monasteri, dopo l’anno 1000 (basso Medioevo), l’introduzione del luppolo come nuovo ingrediente. In Germania, dove la birra veniva apprezzata in tutte le classi sociali, nacque la figura del mastro birraio e furono organizzate scuole a pagamento per imparare questo nuovo mestiere. In Inghilterra, già nel 1300, si contavano migliaia di pub e la birra aveva soppiantato l’acqua nei consumi del popolo per ragioni igieniche: per ottenere la birra, infatti, l’acqua veniva bollita ed era quindi sterilizzata. Nel XVII secolo la birra fu importata per la prima volta in America dai Padri Pellegrini, ma nel frattempo, in Europa, iniziarono una serie di studi sui lieviti che portarono alla novità della birra a bassa fermentazione (quando il lievito si deposita sul fondo del tino) conosciuta come “lager”, un sistema di produzione che è oggi il più usato al mondo. Anche se soppiantato dalla bassa fermentazione, ancora oggi sono moltissime le birre prodotte con il metodo dell’alta fermentazione (quando il lievito sale a galla nel tino) e che vengono genericamente chiamate “ale”.

La storia moderna della birra in Italia inizia nel 1789, data ufficiale dell’apertura della prima fabbrica italiana a Nizza Marittima, per opera di Giovanni Baldassarre Setter. L’attività passò poi a Giovanni De Bernardi che cominciò a distribuirla in tutto il Piemonte. Da lì alla fine del XIX secolo le industrie di birra, quasi tutte situate al nord, diventeranno oltre 150, dando impulso alla coltivazione dell’orzo, fino ad allora poco praticata in Italia. Nel 1890 fu inaugurata la prima malteria italiana ad Avezzano, in Abruzzo, col nome “Le Malterie Italiane”… e, da allora, la storia della birra continua